Mercoledì 4 Maggio ci siamo ritrovate in una cinquantina di donne all’assemblea ‘Riprendiamoci il tempo della vita e lo spazio della città’ per confrontarci sulle barriere che recintano le nostre vite. La precarietà, lo sfruttamento, le violenze contro le donne, la guerra, il neocolonialismo, l’attacco ai beni comuni, le discriminazioni, i modelli dominanti, i Cie per le/i migranti . . . tutti recinti che ingabbiano i nostri corpi e i nostri desideri.
La numerosa partecipazione all’assemblea come le manifestazioni dei mesi passati sono senz’altro segno di un bisogno di ribellione all’attuale stato di cose: la voglia di pensare e fare, insieme e in autonomia, per uscire dalle barriere che ci confinano. Come dare seguito e rispondere concretamente a questi desideri?
Incontriamoci una seconda volta per confrontarci su COME riprenderci i tempi della vita e gli spazi della città. Fare e agire collettivamente fra donne sono occasioni per conoscersi e interrogarsi reciprocamente, suscitare riflessioni e vivere la nostra libertà. Ascoltarci, costruire e praticare relazioni, in modo continuativo e visibile, rappresentano di per sé pratiche di esistenza che possono unire nelle differenze e costruire un altro immaginario e un altro spazio.
Abbiamo pensato ad alcune proposte che superando la logica della denuncia e dei presidi cercano invece di porsi in quella della relazione e dell’incontro e vorremmo condividerle con voi.