Oggi una delegazione di familiari dei migranti scomparsi, insieme con un gruppo di donne italiane, Leventicinqueundici che, con la campagna “da una sponda all’altra vita che contano” ha sostenuto le famiglie in Italia, ha incontrato il Segretario generale per l’Immigrazione Sig.Houccine Jaziri.
Jaziri ha dichiarato che tutto il lavoro tecnico di confronto delle impronte digitali dei migranti scomparsi tra i database tunisino e italiano è stata fatto, e il risultato è negativo. Jaziri ha detto di aver già comunicato alle famiglie tale risultano. Tuttavia, il gruppo di Leventicinqueundici ha chiesto al segretario di tenere una conferenza stampa in modo che tutte le famiglie siano consapevoli del risultato, a questa richiesta il Segretario di Stato ha risposto negativamente.
Leventicinqueundici hanno riportato che, contrariamente a ciò, il ministro dell’Interno italiano, la signora Cancellieri, aveva dichiarato il 16 maggio che c’erano stati dei risultiti positivi nel confronto delle impronte; quindi la delegazione ha chiesto al segretario di impegnarsi in chiarire questa contraddizione. Il segretario ha rifiutato di organizzare una conferenza stampa con l’ambasciatore italiano a comunicare a tutte le famiglie il risultato del lavoro svolto dal confronto tra l’Italia e l’elenco dei nomi le cui impronte digitali sono state confrontate.
Inoltre, la delegazione ha chiesto che il governo si accordi con l’azienda Tunisiana per quanto riguarda il luogo delle ultime chiamate fatte dai migranti mancanti.
Infine, la delegazione ha chiesto che la Tunisia si accordi con il governo italiano per consentire a una commissione indipendente di avere accesso ai centri di detenzione per migranti in Italia, per monitorare le condizioni dei migranti tunisini che vi sono detenuti.
Le madri e le famiglie dei migranti tunisini dispersi e Leventicinqueundici hanno organizzato per domani, Giovedi, 12 luglio alle 10:00, un corteo che partirà dal ministero degli Affari sociali per protestare contro le responsabilità delle politiche migratorie dell’Unione europea e la complicità della Tunisia e per continuare ad affermare che da una sponda all’alltra le vite devono contare.