SIT-IN delle madri dei dispersi

Giovedì 12 luglio alle ore 10.00 nella Casbah di Tunisi le famiglie dei ragazzi dispersi e il gruppo di donne che hanno sostenuto la campagna ‘Da una sponda all’altra: vite che contano’ faranno un sit-in per pretendere che i governi tunisino e italiano si assumano la responsabilità di trovare gli scomparsi.

Tra i giovani che subito dopo la rivoluzione sono partiti verso l’Europa, agendo così la libertà appena conquistata come libertà di movimento, alcuni sono arrivati, altri sono stati incarcerati nei centri di detenzione per migranti, tanti sono morti, altri non hanno più dato notizia di sé. Le famiglie degli scomparsi riconoscono alcuni di loro nelle immagini di Tg italiani, ritengono dunque che siano arrivati. Si organizzano, fanno presidi e proteste e nel mese di ottobre 2011 rivolgono un appello alle istituzioni tunisine e italiane per chiedere che si proceda a un raffronto delle impronte digitali al fine di sapere se i dispersi siano arrivati in Italia: in Tunisia le carte di identità registrano le impronte digitali e in Italia esistono i rilievi dattiloscopici dei migranti identificati o detenuti. L’appello viene sostenuto in Italia dal collettivo femminista leventicinqueundici, e da alcune donne tunisine e le loro associazioni. Viene lanciata la campagna “Da una sponda all’altra: vite che contano” nel corso della quale sono state fatte numerose iniziative in Italia e in Tunisia.

Lo scambio delle impronte digitali è avvenuto a marzo 2012, ma ancora il risultato del raffronto non è stato comunicato alle famiglie.

 

ORA LE FAMIGLIE E CHI LE HA SOSTENUTE RICHIEDONO:

  1. Una conferenza stampa con rappresentanti dello stato tunisino e italiano che comunichi alle famiglie il risultato del raffronto delle impronte. Solo in questo modo, infatti, tutte le famiglie potrebbero venire a conoscenza del risultato.

  2. La comunicazione della lista dei nomi delle persone delle cui impronte è stato fatto il raffronto e il relativo risultato Dietro ogni impronta digitale c’è una persona.

  3. Un’indagine più approfondita sulle ultime telefonate arrivate alle famiglie dopo la partenza dei loro figli. Sappiamo che su questo un giudice in Tunisia sta indagando e che le telefonate sono arrivate da e a numeri di telefono della compagnia telefonica Tunisiana. Chiediamo che la compagnia renda pubblici tutti gli elementi necessari per individuare la posizione da cui è partita la telefonata.

  4. Un raffronto tecnico tra le immagini dei telegiornali italiani e francesi in cui le famiglie riconoscono i loro figli e le fotografie di quest’ultimi.

Le famiglie, nel chiedere conto alle istituzioni dei loro figli, affermano che le vite contano: le vite dei dispersi, le vite dei migranti nei centri di detenzione, le vite dei giovani uomini e donne disoccupati, le vite dei martiri della rivoluzione.

Da una sponda all’altra le vite devono contare.

SIT IN DELLE MADRI DEI DISPERSI – DA UNA SPONDA ALL’ALTRA: VITE CHE CONTANO

GIOVEDI 12 LUGLIO 2012 – ORE 10.00

CORTEO DAL MINISTERO DEGLI  AFFARI SOCIALI ALLA KASBAH DI TUNISI

qui il volantino  distribuito (in italiano)

 

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