Segnaliamo un articolo di Marta Bellingreri a un mese dal naufragio di Lampedusa
Rinominiamo le nostre città. Basta morti nel Mediterraneo!!!!
da Sabato 15 Settembre a Sabato 22 Settembre 2012 settimana di azioni per denunciare le responsabilità delle politiche migratorie dell’Ue e dell’Italia per le morti in mare
Abbiamo cominciato a rinominare Milano, vi chiediamo di farlo anche nelle vostre città e di segnalarcelo al nostro indirizzo o tramite la nostra pagina facebook
Scarica il pdf con i cartelli in italiano e arabo e la scritta base dell’iniziativa (stampa A3)
Rinominiamo le nostre città!
Chiedere conto delle vite a chi decide di non farle contare
english version : see below
Più di 80 persone disperse. E’ questo il racconto che ci arriva dai sopravvissuti dell’ultimo naufragio sulle coste di Lampedusa avvenuto nella notte di giovedì 6 settembre. E mentre l’Italia metteva in scena la macchina dei soccorsi, ormai rodata in anni di abitudine, in Tunisia stava accadendo qualcosa di nuovo. Dapprima in rete e poi da ieri, lunedì 10 settembre, una protesta a Tunisi davanti al Ministero degli esteri, una manifestazione in serata, un’altra manifestazione a Sfax, uno sciopero generale a El Fahs, nel governatorato di Zaghouan, luogo di provenienza di alcuni dei dispersi e la collera dei genitori e dei parenti, hanno fatto muovere il governo tunisino, accusato nei primi giorni non solo di immobilismo ma addirittura di indifferenza per aver partecipato alla celebrazione di un matrimonio collettivo anziché proclamare il lutto nazionale. Attualmente, una delegazione con a capo il segretario all’immigrazione Jaziri si trova sull’isola di Lampedusa, da cui, per la prima volta, anche questa un’assoluta novità, giungono parole di lutto non trattenute da frasi di circostanza dalla neo-eletta sindaca dell’isola, Giusi Nicolini, che si spinge a suggerire quanto “sia assurdo farli arrivare in questo modo”. Un’allusione, seppur velata, alle responsabilità.
Resoconto dell’incontro tra la delegazione e il segretario all’immigrazione Jaziri
Oggi una delegazione di familiari dei migranti scomparsi, insieme con un gruppo di donne italiane, Leventicinqueundici che, con la campagna “da una sponda all’altra vita che contano” ha sostenuto le famiglie in Italia, ha incontrato il Segretario generale per l’Immigrazione Sig.Houccine Jaziri.
SIT-IN delle madri dei dispersi
Giovedì 12 luglio alle ore 10.00 nella Casbah di Tunisi le famiglie dei ragazzi dispersi e il gruppo di donne che hanno sostenuto la campagna ‘Da una sponda all’altra: vite che contano’ faranno un sit-in per pretendere che i governi tunisino e italiano si assumano la responsabilità di trovare gli scomparsi.
Ostinarsi perchè le vite non sono numeri
Nei prossimi giorni alcune di noi partiranno per Tunisi per incontrare le madri degli migranti tunisini dispersi e decidere insieme a loro come continuare la nostra battaglia. Lo scambio delle impronte è stato effettuato, la nostra richiesta era stata quella di poter controllare lo scambio ma questo non è avvenuto. Cosa ancora più grave nessuna comunicazione ufficiale è stata data alle madri. I loro figli, i corpi dei loro figli sono stati ridotti a numero, a semplici impronte di cui sono stati dati letteralmente i numeri. Continua a leggere
Presentazione del libro: Spazi in migrazione. Cartoline di una rivoluzione
Mercoledì 27 giugno h. 21.30
nell’ambito della campagna “Da una sponda all’altra: vite che contano”
presentazione del libro:
Spazi in migrazione
Cartoline di una rivoluzione
ed. ombre corte – 2012
Le “rivoluzioni arabe”, e quella tunisina in particolare, sono riuscite a riempire di esistenze e di corpi anche le strade, le isole, le stazioni e i parchi dell’Europa, unendo due rive e due continenti, cancellando secoli di storia, agendo la loro “naturale” vicinanza.
Foto da Tunisi: le madri dei dispersi
Un reportage fotografico di Sara Prestianni: una manifestazione delle madri dei dispersi, di fronte all’ambasciata italiana di Tunisi, il 05/06/2012
La Méditerranée, cimetière migratoire
Il quotidiano francese Mediapart pubblica una lunga intervista sul tema dei dispersi tunisini e la campagna ‘Da una sponda all’altra: vite che contano’