In questa città che ha solo strade grigie che portano a destinazioni che non ci piacciono, vogliamo creare la linea fucsia, la linea delle donne. La linea fucsia che si riappropria degli spazi che attraversa, costruisce nuovi immaginari, gioca con i luoghi. È la vena che pulsa contro le tante forme di discriminazione, contro il modello sessista prevalente, contro le molteplici gabbie nelle quali e tra le quali si snoda la nostra vita, contro l’invisibilità e la frammentazione.
È la linea invisibile che vorremmo ci unisse, sul piano pratico e culturale, per mettere in discussione ogni tipo di recinto e provare a costruire le basi per un’alternativa allo stato di cose. Riprendersi gli spazi significa prima di tutto prendersi la libertà di viverli in modo non omologato, ci proviamo?
Abbiamo iniziato a discuterne all’assemblea ‘Riprendiamoci il tempo della vita e lo spazio della città: atto secondo’. In quest’occasione leventicinqueundici hanno proposto un primo momento di relazione, riflessione e azione da tenersi in un parco della città nel pomeriggio di mercoledì 29 giugno. In sintesi, si è avanzata l’idea di un gioco che possa simbolicamente esemplificare i recinti che quotidianamente viviamo nei nostri percorsi e sui nostri corpi e che consenta di iniziare a costruire un immaginario volto a superare nella relazione queste barriere: pratiche di esistenza che uniscano nelle differenze. La proposta di trovarsi in un parco è emersa dall’esigenza di incontrare donne al di fuori dei tradizionali momenti assembleari, in un contesto favorevole all’incontro ed estraneo ai ritmi frenetici della metropoli.
In generale si è data la disponibilità a partecipare a questa iniziativa e a quelle che seguiranno per incrociare i percorsi dei diversi gruppi di donne presenti a Milano. Inoltre, durante la riunione è più volte emersa in modo forte la necessità di costruire luoghi per le donne in città e ci si è lasciate con l’idea di rivedersi per approfondire questo punto e allo stesso tempo trovare momenti di riflessione sui nessi che collegano i diversi recinti che intrappolano la nostra vita quotidiana.