Federica Sossi, 25 febbraio 2011
Per qualcuno è stato un terremoto. Ci hanno impiegato un po’ a capirlo, il tempo richiesto da una qualsiasi forma d’analisi, seppur minima, per arrivare poi a questa conclusione. “Come se fosse stato un terremoto, noi abbiamo capito che la dimensione è questa”, dice il 13 febbraio durante una trasmissione televisiva uno dei ministri dell’interno dell’Unione europea dei 27. E nel “noi” ci lascia intendere quell’apparato di funzionari, diplomatici, forze dell’ordine, servizi segreti, agenzie di informazione che fanno capo a un ministero degli affari interni. Viene da chiedersi quali foto e quali video avranno guardato, quali articoli avranno letto, su quali social network avranno cliccato, su quali informazioni segrete si saranno basati per giungere a tale conclusione. Noi, in realtà, avevamo visto altro: giovani e meno giovani, donne e uomini scendere per le strade, organizzarsi nella piazze, darsi fuoco persino, inneggiare alla libertà, distruggere palazzi, scontrarsi con le forze dell’ordine, soccorrere i feriti, scrivere messaggi sul network per raccontare le loro giornate, inviare immagini riprese dai cellulari, e poi gioire per una rivoluzione riuscita. Già, era questo quello che avevamo visto in Tunisia e in Egitto, e continua ad essere questo quello a cui tutti noi assistiamo in questi giorni, nei mille modi che ognuno di noi ha per informarsi. Loro, invece, piccoli o meno piccoli funzionari impegnati a stabilire l’ordine che in questi anni hanno inteso il loro compito nei termini di vigili urbani addetti al traffico degli umani, ormai avvezzi a tradurre in linguaggio naturale qualsiasi movimento umano – abituati a parlare di “valanghe”, “onde”, “flussi”, “maree”, “catastrofi naturali”, lì dove noi vedevamo volti e corpi di uomini, donne, bambini partire, arrivare e a volte naufragare – dopo una lunga e sicuramente non precipitosa analisi hanno capito che la dimensione giusta è quella di un terremoto. Una dimensione naturale, dunque, che toglie azione, decisione, scelta, desiderio, movimento agli eventi umani e li consegna a una forza altra, indipendente e sicuramente imperscrutabile.